LA CARTA ASSOCIATIVA DEI VALORI

(approvata nell’assemblea ordinaria del 4 aprile 2014 a Caserta)


1. Lo Scopo del documento Raccogliere le intuizioni dei fondatori e lo sviluppo successivo dell’associazione; Delineare un profilo d'identità associativa; Presentare uno sfondo valoriale entro cui riconoscere la realtà dell'Anspi; Indicare i valori associativi ai quali ogni animatore e responsabile Anspi deve fare riferimento nel suo servizio educativo.

2. I Destinatari del documento  Diocesi, parrocchie, istituti e congregazioni religiose;  Famiglie e Adulti;  Educatori ed animatori di oratorio, dirigenti dei circoli, responsabili associativi;  Tutti coloro che sono interessati a conoscere l’Anspi.

3. Annotazioni Il documento rappresenta  la carta associativa dei valori dell'Anspi, la sua carta d’identità. Raccoglie le intuizioni dei suoi fondatori e gli sviluppi che sono seguiti negli anni successivi ed esprime il riferimento ideale per convergere nelle motivazioni e per una chiarezza di appartenenza associativa. Redata per la prima volta nel 40° dell’Anspi, è stata riproposta a conclusione del 50° anniversario di fondazione, recependo un’accresciuta consapevolezza ed un linguaggio rispondente al percorso compiuto negli ultimi dieci anni, sia all’interno dell’Associazione, sia nella Chiesa e nella Società italiana.


ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER L’EDUCAZIONE INTEGRALE


4. È un'Associazione Nazionale L'ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia) nasce1 durante il Concilio ecumenico Vaticano II ed affonda le sue radici nella “Rivista del Catechismo”, fondata a Brescia come legittima erede del periodico “Il Catechista Catolico”2. Scartata la primordiale idea di istituire una Confederazione Nazionale degli Oratori e Circoli Giovanili, sin dall'inizio venne elaborata la scelta di essere Associazione Nazionale, adottando il nome del nuovo papa Paolo VI. Essere associazione è un modo concreto per assumere una organizzazione funzionale ed articolata su tuto il territorio nazionale.  In quanto Associazione, Anspi si propone di dare forma istituzionale al principio dell’educazione integrale che pone al centro la persona umana e le sue relazioni3. Su questo principio si articola l’intera proposta associativa attenta allo sviluppo di tuta la persona dal punto di vista umano e spirituale, ma anche all’incontro di tute le persone e all’intreccio tra le generazioni in una dimensione comunitaria. Questa proposta viene attuata all’interno degli Oratori e Circoli che l’Anspi intende tutelare e sviluppare sull’intero territorio nazionale, senza trascurare la dimensione europea4. L’Anspi è, quindi, impegnata nell'educazione di base, di massa, globale e permanente.
5. Si impegna in una educazione di base perché si rivolge alle nuove generazioni nella convinzione che ogni ragazzo e giovane porti in sé impressa l'immagine di Dio6 e con la persuasione della ricchezza che c'è in lui e delle potenzialità meravigliose che la grazia di Dio ha messo, o sta mettendo, nel suo cuore. Ed è questo senso della dignità personale7 che muove tuta la sua azione educativa.
6. Si impegna in una educazione di massa8 perché si rivolge a tutti attraverso percorsi differenziati e crede in ciascuno, in ogni persona umana, anche se in difficoltà, immigrato o straniero, respinto da tanti, respinto dalla società, perché sa che “di questi è il regno dei cieli9”. La sua proposta assume le forme più svariate, al fine di raggiungere tutti ed in particolare quelli che nessuno raggiunge, per far emergere le doti di ognuno e creare una rete di relazioni umane autentiche. Assume, perciò, i connotati della popolarità perché ci sia spazio per tutti.
7. Si impegna in una educazione globale10 perché pensa alla persona nella sua unità fisica e spirituale, umana e cristiana, affettiva e razionale. Pertanto, le attività sono proposte coinvolgendo la vita della persona in tute le sue sfere o dimensioni, in una progressiva gradualità. Un cammino che vede il protagonismo del ragazzo/a e del/della giovane coinvolto ad esprimere le sue potenzialità, affinché non si scoraggi, ma  veda sempre, con realismo, il positivo che c'è in lui. Un cammino che si realizza, anche da adulti, in una dimensione comunitaria, dove lo stare insieme diventa motivo per conoscersi, per misurarsi con le proprie potenzialità e con i propri limiti, in un sano confronto e rispetto con chi è diverso da sé.  La diversità, infatti, viene scoperta come ricchezza da accogliere e ci si allena a mettersi a servizio degli altri. Un cammino fato di esperienze vissute ed approfondite, con le quali “si impara facendo11” e dove ci si allena ai valori e alle virtù della vita attraverso la preghiera, il gioco, la catechesi ed altre attività in un clima di gioia e serena fiducia, il ragazzo/a e il giovane, aiutati dagli adulti, sono chiamati a diventare “buoni cristiani e onesti citadini12”.
8. Si impegna in una educazione permanente perché l'adulto possa testimoniare, in ogni fase della vita, la sua scelta vocazionale, favorendo all'interno degli oratori e circoli un ambiente sano, stimolante e generatore di speranza.
9. L'Anspi riconosce la famiglia cristiana come soggetto educativo primario: "come modello di vita, centro privilegiato di solidarietà e di scambio di affetti scaturita da valori solidi e duraturi"13. Pertanto la sostiene nel suo inderogabile compito educativo, nella convinzione che questo non possa essere delegato né surrogato14. L’Anspi è convinta di questa necessaria alleanza educativa15 che si traduce in uno stile relazionale familiare ed oratoriano. Tutti possono far parte dell'Anspi purché non si perda l'intenzionalità educativa che è la finalità di fondo a tute le attività proponibili. Ognuno porta il proprio personale contributo senza confusioni di ruoli e nello specifico del proprio stato di vita:
10. I ministri ordinati16 (diaconi, presbiteri, vescovi), chiamati con la loro preziosa ed insostituibile presenza a non far mancare il dono della Parola di Dio e quello dei Sacramenti (in particolare dell'eucarestia e della riconciliazione), sono il segno di Cristo buon pastore che guida il suo gregge. In uno spirito di matura corresponsabilità, sono chiamati a far crescere lo spirito di comunione e a condividere le responsabilità della vita associativa.
11. I laici, in virtù della propria vocazione e missione (che il Concilio Vaticano II riconosce nell’ “indole secolare”)17 sono chiamati a cercare il Regno di Dio e a trattare le cose temporali orientandole secondo Dio. All'interno dell'Associazione, negli Oratori e nei Circoli, i laici offrono il proprio prezioso contributo professionale per la soluzione o l'approfondimento di alcuni problemi, ricoprono responsabilità educative e gestionali e sono impegnati per il normale svolgimento delle attività programmate.
12. I religiosi18. Sia tra i presbiteri che tra i laici ci sono alcuni che, attraverso la professione dei consigli evangelici, si pongono come segno di perfezione nella carità e divengono per l'Associazione una ricchezza nella loro totale donazione a servizio dell'amore di Dio.


LA SCELTA CIVILE ED ECCLESIALE


13. Civile ed Ecclesiale Nella più stretta correlazione tra civile ed ecclesiale, l'Anspi  si configura, per sua natura giuridica, come Associazione privata di cittadini e fedeli che perseguono gli stessi fini. Pensare ad una separazione o ad una superiorità o precedenza di uno sull'altro, è tradire il suo provvidenziale carisma. L'Anspi è per sua natura ecclesiale e civile alla pari19: adotta il metodo di comunione e di democrazia, nello specifico compimento degli atti peculiari delle sue attività.
14. La scelta civile è una felice intuizione, una modalità concreta per inserire l'associazionismo cattolico all'interno della realtà sociale e civile italiana20. Essere nella società significa assumerne il linguaggio, le norme e le leggi e sentirsi coinvolti nel continuo processo di rinnovamento21, per contribuire all’edificazione del Regno di Dio operando all’interno del mondo22. Come Associazione, l’Anspi si pone nel vasto mondo del “terzo settore” ed è costituita ai sensi dell'art. 12 del Codice Civile23. Ha personalità giuridica civile avendo ottenuto tale riconoscimento attraverso il decreto del Presidente della Repubblica24, a cui poi si sono aggiunti altri riconoscimenti25. Le articolazioni periferiche, comitati e oratori/circoli, sono costituite ai sensi degli articoli 36, 37, 38 del Codice Civile come Associazioni con autonomia gestionale ed organizzativa, non hanno personalità giuridica, perché non riconosciuti. Le stesse si relazionano, per il medesimo livello di rappresentanza, con i riferimenti istituzionali sia in ambito civile che ecclesiale. Gli oratori/circoli (con l’affiliazione) e i comitati (con l’abilitazione al funzionamento) godono degli stessi diritti spettanti al nazionale; in quanto enti non commerciali, sottostanno a tuta la legislazione fiscale amministrativa che le regola e le disciplina26. Dalla scelta civilistica  derivano gli enti di servizio o, meglio definiti, aree o ambiti di impegno, che operano nell'attuazione dei fini istituzionali dell'associazione. Il compito che l'Anspi si assume nell'impegno civile è quello di santificare il tempo libero, che è il tempo nel quale i valori appresi dalla famiglia, dalla scuola e dal lavoro sono messi alla prova. Tuto questo in una prospettiva di sintesi che pone al centro la persona, la sua crescita e le sue relazioni, evitando il prevalere di un pragmatismo fine a se stesso.
15. La scelta ecclesiale si esplicita nella ferma volontà di essere nella chiesa universale a servizio della comunità ecclesiale che è in Italia. È una scelta di fede che riconosce in Gesù Cristo la Parola incarnata di Dio, ossia l'unica verità capace di salvare l'uomo. Una fede che gli animatori, i responsabili o dirigenti giovani/adulti sono chiamati a professare e testimoniare con la propria vita, e che i ragazzi e i giovani scoprono gradualmente e cominciano a professare attraverso scelte concrete di vita.  Essere nella chiesa vuol dire sentirsi membra vive e partecipi di una comunità che trova nella diocesi, presieduta dal vescovo, la sua più piena espressione27, il cui magistero diventa punto di riferimento e motivo di impegno e nella parrocchia la via privilegiata28 per il servizio educativo. I comitati zonali, identificandosi con il territorio della diocesi, esprimono questa sollecitudine e attenzione pastorale, diventando membra attive all’interno degli uffci diocesani e dei coordinamenti. Una chiesa comunione, ad immagine della Trinità29, che si esprime nella corresponsabilità tra laici e presbiteri e nella partecipazione all'unica missione di salvezza.  L’Anspi ha anche personalità giuridica ecclesiale, riconosciuta dal Vescovo di Brescia come Associazione Privata di Fedeli; recepisce la normativa del Codice di Diritto Canonico30 sulle Associazioni dei fedeli, proponendosi l’animazione dell’ordine temporale31 mediante lo spirito cristiano. Tale riconoscimento ha effetti anche per i Comitati Zonali, mediante il consenso scritto del rispettivo Vescovo diocesano, il quale conferma la scelta dell’assistente spirituale zonale.


PER ESSERE A SERVIZIO DEGLI ORATORI E CIRCOLI


16. A Servizio degli Oratori e Circoli La proposta dell’Anspi viene vissuta e tradotta in programmi ed attività che si svolgono all’interno  degli Oratori e dei Circoli, evidenziando la continuità e la complementarietà dell’uno e dell’altro. Questa proposta si concretizza attraverso l'elaborazione e l'attuazione di Progetti Educativi la cui responsabilità è nelle mani dell’intera Comunità Educante, la quale si afda ad educatori ed animatori, adulti e giovani guidati dal presbitero, che tra loro ricopre un ruolo insostituibile per il discernimento, la guida e la formazione spirituale. Il Progetto educativo, attraverso l'analisi del territorio e secondo gli orientamenti pastorali diocesani, elabora una strategia di intervento educativo e cerca i mezzi adatti32. Oratori e Circoli, attraverso il metodo democratico, individuano i propri responsabili, valutandone competenza e professionalità, per svolgere anche un servizio associativo nei comitati zonali e regionali che devono pienamente integrarsi nei rispettivi coordinamenti degli oratori diocesani e regionali, laddove esistenti. Fare Oratorio è lo specifico dell'Anspi che valorizza l'esperienza e ne fa il suo perno assieme alla capacità creativa di animazione. L'attualità dell'oratorio sta nell'essere quello “stupendo fenomeno di popolo”, ovvero quel “ponte tra la chiesa e la strada”, attraverso cui giunge la salvezza. L'Anspi deve
poter vantare di essere “esperta di oratorio” perché sia al Nord, che al Centro e al Sud s'impegna a “difendere e diffondere” la sua istituzione.
 17. L'oratorio Anspi è un luogo di sintesi pastorale, un crocevia attraverso cui confluisce la pastorale giovanile, della famiglia, della scuola, la catechesi e il tempo libero. Questa sintesi mete insieme culto, apostolato e cultura. L’ Oratorio nasce all’interno di una comunità viva preoccupata dei suoi giovani, delle sue ragazze e ragazzi; che, rispondendo all’amore di Dio, vuole accompagnarli nella loro crescita umana e cristiana con un progetto aderente alla realtà, graduale, condiviso, in cui presbiteri e laici, famiglie e giovani, si ritrovino per maturare insieme alla scuola del Vangelo. Esso esprime il volto e la passione educativa della comunità, favorisce il protagonismo delle nuove generazioni, i suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell’esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica-teatro, gioco, studio, volontariato. Pertanto, l’Anspi non sostituisce la titolarità ecclesiale dell’Oratorio, ma è al servizio della parrocchia o delle unità pastorali nel territorio.  L’oratorio è per eccellenza “un logo missionario” nel quale incarnare e dare forma alla parola del Vangelo. Educa ed evangelizza attraverso un preciso stile relazionale fato di accoglienza semplice e schietta, ascolto profondo e sintonia empatica. L’Anspi viene a dare il proprio servizio valorizzando l’apostolato dei laici, il ruolo della famiglia, offrendo strumenti per la formazione e la gestione delle varie attività.
18. Il Circolo Anspi, invece, seppure con diverse forme, è per i maggiorenni; è luogo formativo ed aggregativo, ma anche ricreativo: privilegia lo stare insieme, il dialogo, la solidarietà, la condivisione, l’impegno civico e la testimonianza cristiana. Rappresenta la rampa di lancio per i giovani nel loro diventare adulti, verso una responsabilità ed un impegno più maturo, in un esercizio di libertà per una cittadinanza attiva e responsabile, un laboratorio socio-culturale. Il Circolo rappresenta un aiuto per vivere al meglio la propria maturità, potendo anche proporre iniziative di interesse per la terza età e affrontando, così, la solitudine. Anche per il Circolo è fondamentale avere una comunità di riferimento: la parrocchia, un’unità pastorale o un istituto religioso. È, inoltre, importante garantire la qualità del servizio ponendo attenzione che nelle attività sia presente almeno uno dei seguenti aspetti: Prevenzione, Educazione, Cittadinanza (PEC)41. La Prevenzione è un gioco di anticipo, nel quale le attività vanno sempre pensate anche per evitare la devianza, la cronicità, il rischio. L’Educazione è sempre un atto generativo, è la capacità di dare spazio a nuove idee, per attivare interessi e desideri. La Cittadinanza è l’impegno responsabile di chi non delega ad altri, ma sa prendere posizioni (anche attraverso il volontariato) nel prendersi cura del bene comune e nell’interesse di tutti.