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Il Papa incontra ANSPI

In occasione del 60° anniversario di ANSPI il Papa incontra alcuni rappresentati.

Qui sotto l'articolo comparso su Avvenire e il discorso che il Papa ha letto per tutti i nostri Circoli / Oratori

7 dicembre, nella Sala Clementina, nel sessantesimo anniversario di attività.

Cari fratelli e sorelle!

Vi do il benvenuto in occasione del 60° anniversario dell’Associazione Nazionale San Paolo Italia, nota semplicemente come Anspi. È una ricorrenza che aiuta a ritrovare nelle radici la linfa vitale per continuare a impegnarvi, con passione, per la formazione umana e cristiana dei giovani, attraverso le attività degli oratori e dei circoli giovanili delle parrocchie.

La vostra rete nacque nel contesto conciliare per volere di monsignor Battista Belloli, sostenuto dall’Arcivescovo Montini — al quale è legata l’intitolazione dell’associazione all’apostolo Paolo — che proprio nel 1963 venne eletto Papa. In quegli anni di rinnovamento della catechesi, mons. Belloli ebbe la felice intuizione di dar vita a un’associazione che qualificasse la pastorale oratoriana alla luce del magistero conciliare, valorizzando l’apporto dei laici e dando forma e anima all’educazione integrale. Il suo progetto fu profetico: non stancatevi di portarlo avanti, con coraggio e creatività! Coraggio per andare avanti e creatività per rinnovarlo sempre! Ne ha bisogno la Chiesa, ma anche la società italiana. In un tempo in cui il mondo è avvolto dalle spire della violenza, da sentimenti di prevaricazione e di odio, non smettete di lavorare per l’educazione, per supportare la famiglia, per comunicare la bellezza della fraternità.

Le vostre proposte ricreative, culturali e artistiche sono sempre finalizzate all’educazione integrale di bambini e ragazzi. Dobbiamo avere a cuore tutta la persona, tutte le sue dimensioni: affettiva, psicologica, spirituale, intellettuale, fisica. San Giovanni Bosco diceva che bisogna formare “buoni cristiani e onesti cittadini”, ben sapendo che non è possibile educare a compartimenti stagni e che proprio dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un positivo o negativo avvenire per la società. Ecclesiale e civile sono due facce della stessa medaglia, non ci può essere antitesi, perché entrambe contribuiscono al bene del singolo e della collettività. Mi piace ripetere un proverbio africano che racchiude una grande verità: per educare un bambino serve un intero villaggio. Oggi più che mai c’è bisogno di creare alleanze «per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna» (Messaggio per il lancio del Patto educativo, 12 settembre 2019).

In questa ottica di collaborazione, la rete dei vostri oratori e circoli svolge poi un importante ruolo a sostegno delle famiglie, completando e integrando le pratiche civili per il benessere dei cittadini nei territori. Pensiamo, ad esempio, alle attività estive che coinvolgono i più piccoli nei periodi di vacanza consentendo ai loro genitori di continuare a lavorare; o pensiamo ai dopo-scuola che, grazie a tanti volontari, costituiscono un presidio contro l’abbandono scolastico, oltre che un laboratorio di accoglienza e integrazione. Le vostre sono realtà “ponte” con le famiglie, con il territorio, con la comunità ecclesiale e con la società. Tenete aperte le porte, ma soprattutto le braccia e i cuori: non è facile, ma sappiamo che l’altro è sempre una ricchezza, da custodire e da valorizzare.

Infine, vi sono grato perché tenete aperti spazi di gratuità e di gioia. La gioia è la medicina più grande. Quando una persona perde la capacità di gioia c’è qualcosa di brutto dentro. La gioia. San Filippo Neri amava ripetere “state allegri, state allegri”. I cristiani non possono essere tristi, il Vangelo è gioia, speranza, luce, annuncio di salvezza. E questo è legato all’esperienza del gratuito, della gratuità, è legato al dono, al donarsi. Negli spazi del gratuito si sorride, si testimonia la gioia dei figli di Dio..., e si fa quel chiasso buono che non annebbia ma libera! Il chiasso dei ragazzi è il suono dei loro sogni, del loro entusiasmo, del loro desiderio di essere protagonisti e di cambiare il mondo, della loro capacità di trasformare in musica le note stonate di questo tempo. Questo chiasso ci fa bene, ci sveglia dal torpore delle false certezze e delle comode abitudini.

Carissimi, il vostro patrono, San Paolo, scriveva: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti» (Fil 4, 4). Affido a lui, e alla Vergine Santa, la vostra associazione, i vostri ragazzi, gli educatori e le famiglie. Grazie della vostra visita e del vostro lavoro a servizio della Chiesa e della comunità. Vi benedico di cuore. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!